Novembre 06, 2019
Sliema, Malta

Mi ritrovo a guardare la vista mare dal mio ufficio. Otto Novembre, un po’ nuvoloso, fresco percepibile a maniche corte.
Sliema su un lembo di terra, Valletta sull’altro, mare aperto nel centro. Gomiti poggiati sulla ringhiera della terrazza.

“Ma non starò facendo una cazzata? Novembre e sei a maniche corte e shorts. Guarda che vista che hai, la trovi un’altra simile? E se arrivi lí e fa freddo? E se poi non ti piace?

Da zero a cento, la testa si affolla di pensieri, uno richiama l’altro, una risposta diventa l’interrogativo successivo.

Chiamo subito in aiuto la logica che tenta di creare strutture, un blocco sopra un altro, una piramide di certezze. “Andrá tutto bene, in fondo é tutto reversibile, ragiona, non ha senso quello che stai pensando, stai calma,...”.

Non basta: la testa continua a produrre domande, pulsa forte, ho la sensazione di non toccare più il suolo. Sarà sicuramente per il vento fresco o per la ringhiera di metallo a contatto con le braccia scoperte, ma ho i brividi.

Pulsa, pulsa, pulsa.

E poi...la smetto.
La smetto di raccontarmela e la accetto. Accetto questa paura. La accolgo, e lo faccio sorridendo, per quanto è forte.
Lascio che mi abbracci, vedendola bene sulla mia pelle scoperta.

Sarai la benvenuta, non ti respingerò mai e ti sorriderò sempre, paura mia.